Home Attualità Battipaglia, miasmi: il Tar dà ragione alla Palmeco

Battipaglia, miasmi: il Tar dà ragione alla Palmeco

A Battipaglia, ancora una volta, la Palmeco srl, ditta che si occupa del trattamento di rifiuti solidi urbani provenienti dalla raccolta differenziata e di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, l’ ha spuntata dinanzi al Tribunale amministrativo della Campania.

La sezione salernitana del Tar, infatti, ha riconosciuto l’ incompetenza del Comune di Battipaglia che, a giugno 2016, aveva contestato alcune criticità all’ impianto battipagliese della ditta.

Nella torrida estate di quell’ anno, quando i miasmi erano al centro del dibattito cittadino, la commissione straordinaria che allora reggeva le sorti del Comune, sulla scorta di una relazione consegnata dall’ Arpa Campania, che evidenziava alcune criticità, prescrisse alcuni accorgimenti per evitare il diffondersi del cattivo odore.

Un’ azione che, tuttavia, il presidente della seconda sezione del Tribunale, Nicola Durante, nonostante l’intervento della stessa Arpac, non ha ritenuto valida.

Nella sentenza, infatti, si legge: «Il ricorso è fondato e va accolto, stante l’incompetenza dell’ autorità emanante, posto che la vigilanza sulla gestione dell’ impianto spetta alla Regione Campania, quale ente che ha rilasciato le autorizzazioni – scrive il Tar – Manca dunque l’ indispensabile requisito della contingibilità, ossia dell’ impossibilità di scongiurare la situazione di pericolo incombente con gli ordinari mezzi apprestati dall’ ordinamento».

Sulla scorta di queste considerazioni, quindi, il Tribunale ha annullato l’ ordinanza riabilitando di fatto la società. La vicenda della Palmeco è costellata di vicende giudiziarie.

Già a dicembre di 2 anni fa, il Tar riconobbe le ragioni della stessa ditta, e della Sviluppo Risorse Ambientali, annullando un’ altra ordinanza con cui, nel gennaio del 2019, il Comune di Battipaglia ordinava l’ immediata cessazione delle attività alle due ditte. Anche in quel caso, tuttavia, i giudici accolsero le richieste della ditta che paventò anche la possibilità di richiedere i danni al Comune.