Se il calcio ti dà il coraggio di rincorrere la svolta, se la squadra e la società per cui giochi ti incoraggiano a provare, con determinazione, ad uscire dal quel tunnel oscuro in cui sei incappato e tu ci riesci, allora quella squadra e quella società, con te in testa, hanno vinto pur senza conquistare trofei da campo. Hanno vinto nella vita. E’ una storia a lieto fine quella di Salvatore Attianese, giovane calcettista di Pagani.
È riuscito ad uscire dal baratro della droga grazie anche alla vicinanza dell’Atletico Vitalica, società di calcio a 5 con sede a Sarno che milita in serie C2. Dopo il periodo buio, la salita, la lotta, ora si percorre la discesa. Salvatore, con indosso quel numero dieci depositato nell’armadietto in attesa di un suo ritorno, sabato scenderà nuovamente in campo. Guarito, pulito, rinato.
“Sembra ieri – ci dice – e invece sono arrivato all’Atletico Vitalica ben tre anni fa, una società eccezionale dove chiuderò sicuramente la mia carriera calcistica”. Salvatore non mostra esitazione nel raccontare gli errori commessi, la cattiva strada intrapresa. Lo fa con l’orgoglio di chi ha trovato il coraggio di lottare ed ha vinto. “Non chiedetemi come sia potuto succedere, so solo che due anni fa sono entrato nel baratro della tossicodipendenza. Dopo uno sfogo con il vice presidente Mario Marra decido di raccontare il tutto, con il suo aiuto, all’intera società che con a capo il presidente Nello Gaito mi aveva accolto come un figlio. Ho svelato tutto anche ai miei compagni di squadra, non potevo più nascondermi. Grazie anche alla forza che tutti loro mi hanno trasmesso e all’incoraggiamento che ho ricevuto quotidianamente, ho deciso di curarmi presso una comunità terapeutica”.
Da qui l’inizio della nuova vita di Salvatore, non senza difficoltà. “Sono stato lì circa un anno – ci racconta – un periodo pieno di sofferenza. Mi mancava mia figlia, ma era soprattutto per lei che lottavo. E’ sempre stato il mio primo pensiero, insieme agli altri familiari”. “Nei momenti bui – ci dice Salvatore Attianese – pensavo anche al calcio, alla gioia di quando sarei tornato in campo. Ora ce l’ho fatta. Sono rinato e tornerò a giocare con la mia maglia del cuore, quella dell’Atletico Vitalica”.
“L’importante, quando si cade, è sapersi rialzare e fare di tutto per non ricadere” – ci tiene a sottolineare il calcettista paganese. A fare collante tra società, squadra e Salvatore, nel periodo di terapia, è stato il vice presidente Mario Marra. Il legame nel periodo di sofferenza tra i due è cresciuto al punto tale che Attianese ama ora chiamarlo affettuosamente “papà”. “Si è comportato davvero come un padre, il mio l’ho perso anni fa” – ha detto Attianese. “Un grazie speciale va proprio a lui. Grazie anche a tutta la società, a tutti i ragazzi e soprattutto al presidente Nello Gaito che mi ha dato e continua a darmi una grande opportunità. In campo mostrerò la mia riconoscenza”. “Amiamo fare squadra e far sentire ai nostri ragazzi il calore di un gruppo unito”, ci ha detto il numero uno dell’Atletico Vitalica, il presidente Nello Gaito. “Riuscire ad essere uno sprono ed un punto di forza per i ragazzi, anche nella vita privata, è per noi una vittoria. Lo sport – ha aggiunto Gaito – deve essere condivisione. Deve insegnare a condividere i momenti di euforia ma anche quelli deludenti”.
“La rinascita di Salvatore è la nostra vittoria più grande – dice il vice presidente Mario Marra – confesso che dopo delusioni varie, quest’anno ero tentato a non impegnarmi più nel calcio. Volevo lasciare tutto. Ma Salvatore mi ha dato forza. Mi ha ricordato cosa conta davvero. Siamo noi a dire grazie a lui”.