Può lasciare i domiciliari ma non può dimorare a Capaccio Paestum né a Salerno.
È questa la decisione del riesame di Vallo della Lucania per quanto riguarda la situazione di Andrea Campanile, già braccio destro di Franco Alfieri.
Il giovane, dopo alcuni mesi di custodia cautelare, aveva avuto la possibilità di uscire di casa per recarsi a lavoro, essendo mutata la sua condizione familiare. Ora, però, ha totale libertà, rimanendo la limitazione rispetto alle due città.
Discorso diverso per l’ex sindaco e ex presidente della Provincia di Salerno, arrestato il 3 di ottobre dello scorso anno con l’accusa di corruzione. Il già amministratore non può lasciare la sua abitazione di Torchiara dove è ristretto alla luce della prima custodia cautelare.
Anche in questo caso, la decisione è del riesame vallese che ha respinto la richiesta di attenuazione e cioè la revoca dell’obbligo di domicilio, almeno per la prima inchiesta. Dai giudici, però, è arrivata risposta negativa.
Il riesame si è dovuto esprimere nuovamente perché il processo per corruzione è stato spostato da Salerno al Cilento.
La nuova territorialità ha quindi spinto la difesa a passare nuovamente per il riesame, sperando in un alleggerimento che non è però arrivato. In ogni caso, Alfieri non avrebbe potuto lasciare il luogo dove risiede in esecuzione di una seconda ordinanza.
A questo punto, si dovrà attendere l’inizio del processo che prenderà il via solo al termine delle nuove indagini disposte dal Gip di Vallo della Lucania. Con la fase dibattimentale si potrà capire di più. Gli altri arrestati nella medesima inchiesta rimangono per ora ai domiciliari.
Il tecnico Carmine Greco è stato nuovamente sentito mentre i dirigenti della Dervit, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, attendono il verdetto.