Novità sul caso Alfieri. Un nuovo elemento che potrebbe cambiare le sorti e il prossimo futuro dei due enti amministrati da Franco Alfieri, sospeso da entrambe le cariche all’indomani dell’arresto del 3 ottobre.
Il processo a suo carico, che lo vede accusato di corruzione, turbata libertà degli incanti e falso in atto pubblico, rimane a Salerno. La Suprema Corte di Cassazione ha respinto la richiesta della difesa e ha deciso per il mantenimento del processo al tribunale di Salerno.
Gli avvocati del sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, sospeso, avevano sollevato l’incompatibilità territoriale: l’eventuale reato di corruzione, decideranno i giudici di Salerno sulla veridicità delle accuse, si sarebbe concretizzato a Torchiara, ove ha sede l’Alfieri Impianti.
Secondo gli ermellini non è così: le motivazioni del palazzo di piazza Cavour non sono ancora note in quanto non pubblicate. In esse ci sarà il perché di tale decisione che di certo sarà sulla territorialità. Adesso, per i due enti, si potrebbero avvicinare periodi di commissariamento in vista di nuove elezioni.
Ciò se Alfieri, ancora ai domiciliari, dovesse dimettersi o se i consiglieri di Capaccio Paestum dovessero decidere di staccare la spina presentandosi da un notaio e formulando in blocco le dimissioni. Decadendo da sindaco, Alfieri non sarebbe automaticamente presidente di palazzo Sant’Agostino. Breve commissariamento per i due enti, ritorno alle urne per Capaccio, nuovo presidente per la Provincia.
I prossimi giorni saranno determinanti sotto questo aspetto. L’unico consigliere di minoranza in città, Emanuele Sica, auspica e chiede le dimissioni, al fine di liberare il comune. Stessa cosa le opposizioni extraconsiliari e politiche.
Settimana prossima, poi, inizieranno i lavori del comitato parlamentare, costola della Commissione antimafia, sul Sistema Cilento e sull’assassinio di Angelo Vassallo: primo ad essere audito sarà il segretario del sindaco pescatore, Gerardo Spira.