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Caso Alfieri, spunta un’altra accusa

Spunta un’altra accusa nel caso che ha visto l’arresto di Franco Alfieri.

Ed è proprio il periodo passato a Fuorni dal sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno ad essere stato sotto la lente degli inquirenti. L’arrestato avrebbe comunicato con l’esterno tramite un telefono cellulare.

A dirlo è il ministro della giustizia Carlo Nordio. Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti: è questa l’accusa che pende oggi sulla sua testa. Accusa che si aggiunge a quelle di corruzione, turbata libertà degli incanti e associazione a delinquere.

Il responsabile del dicastero di via Arenula ha risposto all’interrogazione del senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone. “In relazione alla vicenda, coperta da segreto investigativo – si legge nella risposta del ministro – è comunque stato iscritto, e pende attualmente, un procedimento avente ad oggetto il delitto di cui all’art. 391 ter del codice penale”.

Insomma, c’è ancora il segreto istruttorio, ma chi indaga dovrà adesso lavorare anche su un’altra vicenda che riguarda Franco Alfieri. Da appurare anche chi ha materialmente concesso al costretto l’utilizzo del dispositivo e con chi abbia conferito.

Per Alfieri, quindi, la situazione si complica. Il 4 febbraio comincerà il processo che lo vede incriminato dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti. La Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato.