Peste suina africana: un’emergenza nell’emergenza.
È quanto sta accadendo in tutta Italia con una nuova epidemia, ma questa volta non si parla di distanziamenti, contagi, tamponi e quarantene, seppur la situazione sia altrettanto seria. I suini italiani, in particolare quelli che vivono in libertà e dunque la fauna selvatica, sono malati di peste suina africana. Il primo caso si è registrato in Piemonte, il che ha fatto scattare le procedure di sicurezza su tutto il territorio nazionale.
Il Ministero ha anche nominato un commissario straordinario per gestire l’emergenza nella figura di Angelo Ferrari ed è proprio lui che sta inviando ordinanze molto stringenti sul commercio e il trattamento della carne suina, in particolare quella selvatica. Il commissario ha emanato il divieto assoluto di consumo di carne di cinghiale proveniente da una filiera privata e dunque non controllata. La peste suina non è pericolosa per l’uomo, ma il cosumo di carne infetta non è certo un toccasana. A tal ragione, si stanno applicando varie restrizioni per fermare l’epidemia, prima che la stessa colpisca i suini domestici, andando ad intaccare un comparto molto florido dell’economia delle zone rurali.
La stretta del Ministero della Salute riguarda soprattutto la caccia non autorizzata, un fenomeno molto diffuso nel Cilento, che non segue la filiera controllata e che prevede un tipo di macellazione portata avanti con pratiche molto poco igieniche e dunque pericolose.