Home Cronaca Eboli, Alma Seges nel mirino della GdF: ai domiciliari l’intero consiglio direttivo

Eboli, Alma Seges nel mirino della GdF: ai domiciliari l’intero consiglio direttivo

Eboli. Nella giornata del 6 maggio 2025, i finanzieri del Comando Provinciale di Caserta hanno eseguito 12 arresti e sequestrato beni per oltre 9,6 milioni di euro nell’ambito di un’indagine condotta dall’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Napoli. L’inchiesta riguarda presunte irregolarità nell’accesso ai finanziamenti della Politica Agricola Comune (PAC) da parte di una società salernitana dichiarata come Organizzazione di Produttori (OP).

Secondo quanto emerso, l’accusa si concentra sull’uso improprio dello status di OP per accedere ai fondi comunitari riservati a queste organizzazioni. Tuttavia, in questo caso, l’Op coinvolta, AlmaSeges, è una realtà di Eboli conosciuta a livello internazionale da oltre 20 anni, con centinaia di soci che a loro volta danno lavoro a migliaia di dipendenti, e che rappresenta un punto di riferimento nel settore agroalimentare della Piana del Sele.
Gli arresti domiciliari sono scattati per i 12 membri del consiglio direttivo, alcuni titolari di imprese agricole indagate. In totale gli indagati sono 67 e le società coinvolte sono 27.
Il capo di imputazione per i 12 è l’associazione a delinquere.
Un’organizzazione che mai prima d’ora è stata coinvolta in alcun meccanismo criminale. Un vero e proprio terremoto che ha coinvolto l’intero comparto e che mette a rischio un settore di grande rilevanza strategica. L’indagine sembra si sia concentrata in particolare sulle fatturazioni emesse dalla OP, che, secondo gli inquirenti, non sarebbero conformi alle disposizioni normative. Tra le principali contestazioni vi sarebbe l’accusa che alcuni soci avrebbero utilizzato l’OP per fatturare operazioni che, in realtà, avrebbero dovuto essere contabilizzate direttamente dalle singole aziende associate.
Una questione sistemica

Il caso evidenzia un problema più ampio che riguarda l’intero sistema delle OP in Italia. Le OP sono strutture fondamentali per la competitività dell’agroalimentare italiano, soprattutto in territori come la Piana del Sele, dove l’agricoltura è un motore economico essenziale. Tuttavia, le regole per il riconoscimento delle OP sono spesso complesse , creando incertezze interpretative che possono portare a situazioni come questa.

Il sistema delle op è sottoposto periodicamente a controlli per la verifica del mantenimento dei requisiti necessari per essere OP , questo rende gli operatori più sereni sulla validità dei loro processi, ecco perché sorprende una simile operazione

Molte piccole aziende scelgono di aderire alle OP per avere accesso a opportunità commerciali e visibilità sui mercati internazionali, ma le procedure per il riconoscimento e il mantenimento dello status di OP possono risultare complicate e, talvolta, poco chiare. Questo può esporre anche le aziende più virtuose al rischio di contestazioni e sanzioni, nonostante operino con serietà e nel rispetto delle norme.

L’importanza di una riforma normativa

Per evitare che situazioni simili possano danneggiare aziende sane e rappresentative, è fondamentale che le istituzioni intervengano per chiarire e semplificare le norme che regolano le OP, garantendo al tempo stesso controlli rigorosi ma equi. Solo così sarà possibile preservare la competitività del settore agroalimentare italiano e tutelare le migliaia di lavoratori che ogni giorno contribuiscono alla qualità del Made in Italy.