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Eboli, ospedale “salvavita”

Non solo malasanità. In provincia di Salerno ci sono anche delle piccole grandi eccellenze che spesso rimangano invisibili agli occhi dell’opinione pubblica. È il caso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli.

Il nosocomio, nello specifio coi reparti di cardiologia ed emodinamica, è stato inserito tra i primi dieci ospedali d’ Italia “salvavita”, per il trattamento, cioè, degli infarti gravi trattati con angioplastica entro 90 minuti dall’ accesso in strutura sia in via emergenziale che non. È il risultato fornito da Agenas, l’Agenzia Nazionale della Sanità presieduta dal dottor Enrico Coscioni, consigliere della sanità della giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca. Uno che gioca in casa, insomma. Il ricoscimento, meramente simbolico, trova nelle strumentazione d’avanguardia e nelle percentuali positive degli interventi la sua motivazione.

I pazienti ivi ricoverati, anche e soprattutto in seguito ad operazione maxi o mini invasive che siano, sono controllati con apparecchiature moderne e perfettamente adeguate alla situazione. Il resto lo fanno la bravura e la capacità del personale medico. L’inserimento dei reparti in questa speciale classifica italiana non deve però far dimenticare i problemi che gli ospedali salernitani, quelli che ancora possono essere definiti tali, vivono quotidianamente.

La stessa struttura sanitaria ebolitana vive l’emergenza della scarsa disponibilità di risorse lavorative ad ogni livello. Se l’ospedale è salvita, e di questo non si può che essere felici ed orgogliosi, è necessaria un’azione che salvi un’altra vita, la più importante. Quella, cioè, dell’ospedale stesso.