Dopo l’incontro in comune per il futuro della Fos -Prysmian di Battipaglia, si attende quello del Mise per fare chiarezza sul futuro dell’azienda.
In bilico negli ultimi mesi a causa del discusso bando “Italia1Giga” che vedrebbe il governo italiano intenzionato ad acquistare in Cina o in Corea
penalizzando di fatto la Fos.
La stabilità lavorativa delle circa 300 maestranze, alle quali si aggiungono altri 600 lavoratori indiretti, è a rischio. E l’atteggiamento del gruppo
“Prysmian”, a preoccupare i sindacati, che si sono già detti pronti alla mobilitazione nel caso in cui non ci saranno margini di trattativa. Lo spettro
del mancato finanziamento per il sito di Battipaglia, al quale “Prysmian” sembrerebbe preferire lo stabilimento francese, è dietro l’angolo.
Il gruppo industriale, infatti, già dal 2019 ha bloccato il previsto investimento di 60 milioni di euro con il quale, proprio a ridosso dello stabilimento
già esistente, sarebbe dovuta sorgere una nuova “mini-Fos” che avrebbe dato lavoro a circa 40 persone.I lavori sono fermi, solo un capannone è stato realizzato,
in attesa che dal governo centrale cambi qualcosa Ed è proprio lì che si gioca la partita, sui tavoli dei ministeri romani.
In questa vicenda andare in ordine sparso non è consentito. L’unità di tutti gli attori in campo, compresi i deputati regionali e nazionali è l’unico modo per tutelare i 300 dipendenti dell’azienda e le loro famiglie. Concetto sostenuto anche dalla sindaca Francese a margine dell’incontro in comune.
Intanto, il tempo stringe, il bando da 3,7 miliardi di euro, con un investimento previsto dai fondi del Pnrr, che andrà al miglior offerente senza specifiche
tecniche sul prodotto, scade il prossimo 15 marzo. E i sindacati chiedono un incontro al Mise per capire se nelle intenzioni del governo c’è la volontà di salvare
la “Fos” di Battipaglia.
Al momento le tensioni sono sotto controllo, ma i sindacati hanno già messo in piedi un coordinamento regionale con gli altri stabilimenti del gruppo “Prysmian”
in Campania.Occorre l’azione congiunta delle istituzioni locali, regionali e nazionali e dei sindacati per questo urge un incontro con tutti i parlamentari
nazionali e regionali della Piana del Sele oltre a quello con il Mise.