Una bene confiscato alla camorra torna nelle mani della collettività battipagliese, sono stati aggiudicati definitivamente i lavori per “Il tempo supplementare”, progetto di coesione sociale che trasformerà la villa e i terreni di via Fosso Pioppo. Si evince dal Comune di Battipaglia, con una determina dello scorso 16 dicembre con la firma del dirigente del Settore tecnico dell’Ente, Carmine Salerno. La spesa complessiva per l’appalto è di quasi 1,5 milioni di euro. Sarà la ditta emiliana “Felix Consorzio Stabile scarl”, con sede a Bologna, ad eseguire i lavori di riqualificazione del bene confiscato per 802mila euro, questa l’offerta definitiva. A ridosso del popoloso quartiere Belvedere di Battipaglia c’erano due ville, lasciate allo stato grezzo, e quattro ettari di terreno. Poi quando era in atto il commissariamento straordinario del Comune di Battipaglia, arrivato nel 2014 per infiltrazioni mafiose all’interno del consiglio comunale, la triade composta da Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone decise di dividerle in due lotti: uno fu affidato all’associazione “Arkos” che all’interno coltiva il fiaschello battipagliese, il pomodorino autoctono della Piana del Sele divenuto eccellenza in tutto il mondo. Il secondo lotto, invece, andò all’istituto professionale per un progetto curato dall’architetto Angelo Mirra in qualità di rup del Comune, e finanziato con fondi Por Fesr nell’ambito delle misure di coesione e di contrasto alla dispersione scolastica e del Pon Legalità. La città di Battipaglia quindi potrà sfruttare un finanziamento milionario per realizzare i laboratori didattici nella villa confiscata alla camorra. Al Piano seminterrato, in 400 metri quadrati coperti, saranno organizzati 3 laboratori integrati: un polo per la trasformazione dei prodotti di agricoltura biologica a chilometro zero, un laboratorio di pasticceria artigianale e un centro cottura bio per mense scolastiche, aziende ed eventi. Al primo livello, in 345mq coperti e 55mq di porticato, si realizzeranno spazi flessibili per l’accoglienza, l’educazione alimentare, la valorizzazione e l’auto-consumo dei prodotti tipici. Poi un bar per bambini con servizi e spazi esterni di formazione, gioco, aggregazione e spettacoli; al centro un piccolo ristorante biologico con cucina a vista.