La vicenda della tragedia di Agropoli è tutt’altro che chiusa.
Le indagini vanno avanti con lo scopo di acquisire quante più certezze possibili per far luce su quanto accaduto nella notte tra il 21 e il 22 gennaio scorsi nell’appartamento di via Donizetti. A perdere la vita furono Annalisa Rizzo di 43 anni e il marito Vincenzo Carnicelli di 63.
A un mese dal fatto, e quindi il 22 febbraio, i Ris di Roma si recarono nel centro cilentano per raccogliere nuovi elementi sui quali poter indagare. Dall’abitazione dove si è consumato il delitto sono state portate via quelle che potrebbero essere delle prove e altri oggetti, appartenenti alla figlia della coppia, sono stati dissequestrati e restituiti alla giovane.
Venerdì 15, gli esperti del Ris lavoreranno su questi nuovi elementi al fine di avere maggiormente chiara la situazione. Tornando al fatto, non si è ancora ufficialmente appurato cosa sia successo in quel di Agropoli. I due coniugi sono morti in seguito a delle coltellate.
I corpi sono stati trovati nella stanza della ragazza, lei dormiva nel letto della madre e pare non si sia accorta di nulla, e tracce di sangue rinvenute in cucina e nel corridoio. L’aggressione, se di aggressione si può parlare, sarebbe cominciata dunque in cucina dove il marito avrebbe preso il coltello usato per colpire la moglie.
La donna, per fuggire alla furia, sarebbe andata a rifugiarsi nella camera e lì avrebbe afferrato un taglierino col quale si sarebbe difesa colpendo a morte il marito. Questo è il quadro dato per quello verosimile, stando anche ai risultati delle autopsie. Gli inquirenti non escludono nessuna pista e si continua a parlare anche di una terza persona, ma su questo aspetto c’è il massimo riserbo da parte di chi conduce le indagini.
Importanti, nelle indagini, saranno le parole della giovane che era presente in casa ma che, come detto, non si sarebbe accorta di nulla e solo al mattino, una volta svegliata, avrebbe capito cosa fosse accaduto.