A Battipaglia una cappella per piangere i padri stimmatini che non ci sono più. Diverrà realtà il progetto di padre Ezio Miceli, rappresentante legale dell’Ente provinciale “Santa Maria della Speranza”, che nei giorni scorsi ha ottenuto dal dirigente dell’Ufficio tecnico, Carmine Salerno, il permesso di costruire una cappella gentilizia al lotto 44 del nuovo cimitero, da tempo in attesa d’ultimazione.
Un’area che ospiterà i sacerdoti della chiesa madre cittadina, il santuario “Santa Maria della Speranza”, passati a miglior vita.
Saranno sepolti al cimitero di Battipaglia, città che si è sviluppata proprio attorno all’opera pastorale dei padri stimmatini, approdati alle porte della Piana del Sele nel 1941 per prendersi cura di quella che, all’epoca, era l’unica parrocchia della città, poi rimasta chiesa madre.
Un luogo di culto intitolato alla madonna ritratta da quella sacra effigie mariana che il cavaliere Domenico Antonio Franchini portò all’interno di una colonia agricola la terza domenica del mese di maggio, nel 1819. Addirittura centodieci anni prima che venisse istituito il Comune di Battipaglia. E nel 1941, in una città dilaniata dalle bombe, arrivarono i padri stimmatini.
Con l’edificazione di una cappella per la memoria degli stimmatini cari a Battipaglia si scolpisce ancor di più a imperitura memoria il legame tra la congregazione fondata da san Gaspare Bertoni e la città alle porte della Piana del Sele.