È arrivata la perizia di Marco Aiello, l’uxoricida di Battipaglia che nel settembre di due anni fa si è macchiato della morte di Maria Rosa Troisi.
Secondo gli esperti che hanno valutato le sue condizioni, come si legge nei documenti depositati alla corte d’appello di Salerno, l’uomo era “capace di intendere e di volere” quando ha ucciso la moglie, tra l’altro incinta, al culmine di una lite con un coltello.
La consulenza tecnica richiesta dall’associazione “Non sei sola”, ammessa come parte civile nel processo e rappresentata dall’avvocato Antonietta Di Genova, è firmata dal dottor Silvestro Calabrese, psicologo, psicoterapeuta ed esperto in criminologia e psichiatria forense.
Le sue conclusioni si discostano nettamente da quelle espresse dai consulenti incaricati dalla Corte, ovvero lo psichiatra Luca Bartoli e lo psicoterapeuta Alfonso Scarano, i quali avevano diagnosticato all’imputato un disturbo delirante di tipo paranoide e avevano ipotizzato una ridotta capacità di intendere e volere al momento dei fatti.
Al contrario, il dottor Calabrese ritiene che tutti gli elementi clinici e comportamentali emersi nei mesi precedenti e successivi all’omicidio indichino chiaramente un soggetto perfettamente lucido e privo di patologie mentali rilevanti. Questa posizione rappresenta un nuovo elemento rilevante all’interno del procedimento penale che vede l’uomo di quarantuno anni accusato di omicidio volontario e interruzione non consensuale di gravidanza.
La consulenza depositata lo ritiene compatibile con il regime carcerario e capace di affrontare un processo, ma evidenzia un vizio parziale di mente, una conclusione che invece viene esclusa nella più recente relazione di ieri.