Home Cronaca Eboli ex Parco Fusco, incendio in pieno centro

Eboli ex Parco Fusco, incendio in pieno centro

Un pomeriggio infernale per i residenti e cittadini del rione Paterno, nella zona dell’ex parco Fusco. Opera incompiuta con tante problematiche burocratiche. Nel tardo pomeriggio per l’ennesima volta hanno appiccato le fiamme, probabilmente per ripulire l’area dalla folta vegetazione. Di certo la mano “ignorante” ed “incosciente” dell’uomo ha creato attimi di apprensione. Infatti le lingue di fuoco hanno avviluppato la vegetazione, mettendo a rischio palazzi ed attività commerciali adiacenti. Il fumo è l’aria irrespirabile con la cenere spostata dal vento fino al centro cittadino, hanno creato non poche difficoltà alla polizia municipale del comandante Sigismondo Lettieri con i caschi rossi del locale distaccamento. Addirittura una Renault parcheggiata in un condominio stava per essere avvolta dalle fiamme ed è stata spostata rompendo un vetro, in quanto la proprietaria non era in casa. Addirittura dei condomini con un tubo dell’acqua, lanciato giù dal balcone avevano tentato di sedare le fiamme che stavano per avvolgere le auto. Sul posto anche i caschi bianchi, poi quando la situazione si era fatta incandescente ed è stata spostata la macchina rompendo il vetro, sono giunti i caschi rossi che hanno spento le fiamme. Ma i focolai erano anche in altri tre punti. Sono dovute giungere alte due autobotti in supporto agl altri due mezzi sempre dei caschi rossi. Super lavoro, con tanto di chiusura temporanea delle strade che conducevano al Paterno. Le fiamme hanno lambito le recensioni che limitano il parco dalla strada, con tanta gente impaurita che è scesa in strada. Solo dopo oltre due ore i caschi rossi hanno avuto la meglio. Adesso resta da capire chi abbia appiccato le fiamme mettendo a repentaglio l’incolumità dei cittadini residenti. Intanto dall’altra parte della città a Sant’Elmo altre lingue di fuoco appuccate nella serata di giovedì e proseguite fino ad ieri sera. Insomma Eboli, brucia per la terza volta dopo i 20 ettari rasi al suolo sui monti lo scorso mese di luglio.