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Eboli, ospedale: sindaci in campo

Sono ben tredici i sindaci che hanno risposto presente sulla questione dell’ospedale di Eboli.

A chiamarli a raccolta il primo cittadino eburino Mario Conte che sta portando avanti una personalissima battaglia in difesa del “Maria Santissima Addolarata”.

I primi cittadini hanno firmato un documento condiviso nel quale si chiede alla dirigenza della Regione Campania, ente responsabile e gestore della sanità, la non chiusura del nosocomio ed il non depotenziamento. Richiesta che va anche nella direzione della nascita di un ospedale unico della Piana del Sele e non in quella di una super struttura in quel di Battipaglia.

Il documento ha in calce le firme dei sindaci di Postiglione, Sicignano degli Alburni, Laviano, San Gregorio Magno, Buccino, Altavilla Silentina, Romagnano al Monte, Valva, Ricigliano, Contursi Terme, Oliveto Citra, Palomonte e Serre.

Per domani, nel frattempo, è prevista una conferenza stampa alle ore 10.00 nell’aula consiliare del comune durante la quale, alla presenza dei firmatari, verrà presentata la manifestazione di lunedì prosismo 7 agosto.

Sarà una mobilitazione popolare, guidata dai primi cittadini, che prenderà il via alle ore 19.00 con concentramento in Piazza Giovanni Paolo II per poi raggiungere Piazza della Repubblica. Un qualcosa di puramente simbolico ma che mostrerà la forza di un popolo stanco di continue promesse e poca realtà.

Mario Conte, da buon primo cittadino, pare abbia trovato la giusta linea sulla quale portare avanti la sua amministrazione, magari in luoghi lontani dalla bega politica sulla paternità della mozzarella.

La battaglia, adesso, è diversa ed è sul campo della salute pubblica, del diritto alla cura sancito dalla Costituzione, un diritto che in provincia di Salerno, come anche in Campania e al Sud, sembra essere ignoto ai più ed in particolare a chi siede nei piani altri dirigenziali.

Ovviamente, Conte non mette limiti alla partecipazione di sindaci di altri territori perché la sanità non ha confini, come non ne ha il diritto di vivere in un Paese civile quale è l’Italia, tutta, da Nord a Sud.