Sono inutili tanti giri di parole, l’unico modo per salvare la Fos è l’arrivo sulla scena di un compratore che investa un capitale, anche considerevole, per rilevare la fabbrica e avviare nuovamente la produzione.
Al centro della discussione, al momento, c’è la ricollocazione dei lavoratori. Uno spiraglio si aprirebbe nello stabilimento Prysmian di Arco Felice a Pozzuoli, ma si parla di circa quaranta operai. Altre destinazioni, ma non più di quattro lavoratori, sono in Piemonte e in Lombardia: soluzioni impensabili per chi ha famiglia o per chi non è più giovanissimo.
Diverso potrebbe essere per gli operai più giovani, ma è pur sempre una soluzione molto lontana da casa, nulla più di un semplice contentino. Intanto, la riunione fissata per ieri in Regione tra politica e sindacati è stata rimandata alla prossima settimana.
Palazzo Santa Lucia avrebbe promesso aiuti ai licenziati, vicenda sulla quale al momento si è mosso poco se non nulla. Di piano sociale si è parlato nel vertice di ieri tra rappresentanti sindacali, lavoratori, Confindustria e proprietà. La Prysmian si è detta irremovibile su un aspetto fondamentale: nell’accordo tra le parti non verrà inserita nessuna clausola di salvaguardia relativamente all’anzianità di servizio maturata.
Tema, questo, sul quale di certo le sigle sindacali alzeranno la voce nelle prossime riunioni. Insomma, al momento si attende solo il salvataggio da parte di un compratore che pare essere sempre più un salvatore della patria, un benefattore che dovrebbe investire sulla realtà battipagliese.
Da sottolineare che le tante promesse da parte degli attori politici sono ancora tali. Qualcosa, di modesto, si sta muovendo al ministero che si informa sulle trattative, ma nulla più.