“Un programma europeo unico per sensibilizzare la popolazione nella prevenzione dei tumori”.
È quanto chiesto oggi dallo scienziato campano, medico oncologo presso l’Istituto Europeo Oncologico di Milano e presidente della European Cancer Prevention Organization, Giovanni Corso, nel corso del meeting scientifico sulla salute della popolazione europea, organizzato dalla Commissione Europea a Varsavia.
Il meeting sulla sanità, che in queste ore vede la presenza a Varsavia di scienziati provenienti da tutto il mondo, è dedicato al programma “EU Cancer Mission”, voluto dalla Commissione Europea, e ha visto, tra gli altri relatori, la partecipazione del medico oncologo campano Giovanni Corso, dello scienziato e coordinatore dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro Salvatore Vaccarella, della vicedirettrice della EU Cancer Mission Christine Chomienne, dello scienziato della European Cancer Organization Mark Lawler, della vicedirettrice del Direttorato Generale per la Ricerca sul Cancro e l’Innovazione Joanna Drake, e del responsabile scientifico dell’evento Gianpaolo Suriano.
Prevenzione e lotta al cancro: questo l’obiettivo al centro del meeting, in cui l’Italia, grazie alla presenza di numerosi scienziati, svolge un ruolo fondamentale nella ricerca.
“La lotta al cancro passa attraverso la necessità di definire un programma unico europeo di educazione della popolazione adulta alla prevenzione dei tumori – spiega l’oncologo Giovanni Corso –. Si cerca una risposta definitiva e univoca per combattere il cancro in Europa attraverso la prevenzione. In particolare, diventa fondamentale ridurre il divario, ancora troppo alto, nell’accessibilità agli screening per mammografia e PAP test.
Per esempio – aggiunge – basti pensare che nel Sud Italia si registrano valori di adesione allo screening mammografico ancora troppo bassi rispetto alle regioni del Centro-Nord, mentre, nel contesto europeo, lo scenario è ancora più difficile nei Paesi dell’Est Europa, dove la poca cultura sociale, il poco tempo a disposizione e i limiti della politica sanitaria sono i fattori che portano a una scarsa adesione agli screening e, di conseguenza, a un minore accesso alle cure sanitarie.
Un divario ancora troppo forte – conclude lo scienziato campano in Commissione Europea – a cui bisogna porre fine attraverso la realizzazione di un programma europeo di educazione e prevenzione dei tumori rivolto alla popolazione”.