Punti nascita: tra pochi giorni la chiusura.
Tra una settimana, in Cilento e nel Vallo di Diano non si potrà più nascere. A far data dal primo gennaio 2023, i reparti neonatali di tre ospedali del territorio a sud di Salerno dovranno cessare le proprie attività per effetto del Decreto Balduzzi, che fissa come requisito fondamentale per il rinnovo di annualità delle attvività, la soglia minina di 400 parti nell’anno solare precedente.
In parole povere, se nel 2022 ci cono state meno di 400 nascite, il 2023 farà cadere una mannaia sui punti nascita. E purtroppo sarà così. La politica si mobilita e dopo tanto silenzio assordante, qualcosa si muove.
Il senatore del Movimento 5 Stelle Francesco Castiello, ad esempio, ha presentato una mozione per chiedere al Governo Meloni e al Ministro della sanità Orazio Schillaci di modificare il decreto. L’idea del senatore è che un decreto simile non può essere applicato in maniera simile sull’intero territorio nazionale perché deve forzatamente tenere conto dei vari comprensori, delle differenze geomorfologiche, della popolazione. Altro aspetto consgeuente alla chiusura dei punti nascita è la ricaduta sugli altri nosocomi: dove nasceranno i bambini? dove si recheranno le puerpere? Le possibilità sono le cliniche private oppure gli altri ospedali pubblici salernitani o campani.
Battipaglia, ad esempio, è pronto a soddisfare tutti i pazienti che dal primo gennaio si riverseranno su di esso alla luce soprattutto della mancanza, ormai atavica, di personale? E a proposito di personale, cosa ne sarà dei lavoratori e degli specialisti cilentani del settore? Tra pochi giorni la sentenza, ma nel frattempo si assiste impotenti alla morte dell’ennesimo diritto per un’intera popolazione.
Cronaca di una morte annunciata.