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Battipaglia, Asi maxi requisizione di beni

«Asi Salerno». Da qualche giorno un grosso cartello fa bella mostra di sé su via Brodolini, nel cuore dell’ agglomerato industriale di Battipaglia. Svetta su una «zona economica speciale», come da insegna.

Alle spalle del cartello, però, c’ è un’ altra vasta distesa di suoli che il Consorzio Asi, presieduto dal consigliere comunale d’ opposizione Antonio Visconti, intende requisire.

Un iter “fotocopia” di quello avviato lungo la vicina via Bosco I, laddove, com’ è noto, la vasta campagna di riacquisizione – avversata dalla sindaca Cecilia Francese, che ha proposto ricorso ai giudici del Tar, e dall’ Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – mira a sottrarre al patrimonio comunale quasi tre ettari di terreni che i giudici tolsero all’ imprenditore Antonio Campione (oggi ospitano l’ Uliveto della legalità di Confagricoltura, la concessione scadrà nel 2035) per darli ai proprietari di tre fabbriche.

Se n’ è discusso tanto, ma è ben poca roba rispetto alla maxi- requisizione avviata tra via Brodolini e via Parmenide, proprio alle spalle di quel cartello. Un vasto appezzamento di nuda terra s’estende per oltre 11 ettari: un’ autentica industrializzazione 2.0 dell’ agglomerato produttivo battipagliese.

Il Consorzio Asi vuol sottrarre quei fondi al proprietario, pure se, ad oggi, non è chiaro se sono del Comune o – più probabile – dell’ Asl Napoli 1, in causa da anni (e il primo grado è stato favorevole all’ Azienda sanitaria). Nel dubbio l’ Asi li rivuole, contestando la mancata costruzione – per mano dei vecchi proprietari – delle fabbriche.

I signori incontrastati di un’ autentica “nuova industrializzazione” sono i proprietari della “Elimar”, un’ azienda battipagliese che ha richiesto ai vertici dell’ Asi di Salerno il nulla osta per poter edificare una mastodontica fabbrica d’ infissi e serramenti.

Tant’ è che su 18 delle particelle catastali che sorgono proprio alle spalle del nuovo istituto comprensivo “Sandro Penna”, la società ne ha reclamate ben sedici, alcune delle quali in “condominio” con le altre aziende coinvolte.

Per tre particelle s’è fatta avanti pure la “Copytecnica”, che chiede d’ essere autorizzata ad assemblare pc. Altre due sono appannaggio della “Contact Centre Sud”, che vuol realizzare arredi in legno e metallici. Quindi la “Imaco”, che s’ occupa di tessere abbigliamento sportivo e da lavoro.

Ci sono anche la “Hestia”, un’ azienda che ripara imbarcazioni da diporto, la “Promocom Italia”, dedita alla serigrafia, e la “Oricar”, che vuole altro spazio per realizzare carrelli elevatori.