Home Attualità Capaccio: “Via Magna Graecia simbolo di un fallimento”

Capaccio: “Via Magna Graecia simbolo di un fallimento”

L’associazione “Città Libera” di Capaccio Paestum, costituita da Luigi Delli Priscoli, Marianna Matrone e Lucio Jack Di Filippo, interviene sulla questione maltempo e sui numerosi disagi registrati nella centralissima Via Magna Graecia. Gli associati puntano il dito contro i lavori recentemente effettuati che, nonostante le dichiarazioni di Palazzo di Città, “sono un fallimento”. Una nota che riceviamo e pubblichiamo.

Miglioramento della mobilità stradale: rifunzionalizzazione e adeguamento dell’asse via Magna Graecia. Questo il titolo del progetto. Più confacente alla realtà sarebbe stato titolare: “Peggioramento dell’asse di via Magna Graecia”.

Ancora una volta, siamo costretti ad evidenziare la superficialità e l’incompetenza con cui l’Amministrazione Alfieri investe milioni di euro per opere, all’apparenza fantasmagoriche, ma che analizzate mettono in mostra criticità, sia tecniche che economico-finanziarie. Tali interventi impattanti sul territorio, per come affrontati, ci autorizzano a preoccuparci non solo per la loro realizzazione presente ma anche per l’impegno economico a cui le future amministrazioni dovranno adempiere. Allo stato dei fatti, temiamo anche per via Italia ’61.

Dal titolare della ditta Co.Ge.A Impresit – che sta realizzando i lavori di via Magna Graecia – intervenuto a mezzo social, apprendiamo che “i lavori sono in stato di sospensione in quanto, al fine di risolvere il problema degli allagamenti a Borgonuovo, l’Ente ha predisposto un nuovo progetto in attesa di autorizzazione da parte della Regione deputata ad autorizzare somme residue da economie di gara per la voce opere complementari”.

La storia di questo progetto è ben nota a tutti. L’Amministrazione Palumbo – tra l’altro – aveva previsto l’ubicazione del marciapiede ad est della strada e non ad ovest come realizzato; con l’obiettivo di lasciare inalterate le aree di parcheggio della località Borgonuovo. Purtroppo, la smania di demolire a tutti i costi il passato e lo sbandieramento di dubbie capacità di stravolgere il futuro, ci restituiscono una fotografia pessima di questo intervento. Capaccio Scalo e Borgonuovo sono le località più deturpate. Capaccio Scalo ha dovuto assistere, inerme, al disfacimento totale della pavimentazione in porfido e dei cordoli in pietra lavica: materiali pregiati ed idonei al rispetto dei luoghi, sostituiti da betonelle di dubbio gusto e di altrettanta dubbia qualità.

Prima di pensare all’estetica, se di estetica si può parlare guardando betonelle e panchine da paesaggio industriale, non sarebbe stato opportuno prevedere la realizzazione di una adeguata rete di raccolta e smaltimento di acque meteoriche al fine di evitare gli allagamenti già ben noti in località Borgonuovo?
Come è possibile che questa cosa sia sfuggita al progettista?

Le somme impiegate per il disfacimento di opere ancora funzionali, non potevano essere utilizzate per realizzare i sottoservizi altrove mettendo in sicurezza case e negozi?

Addirittura in località Borgonuovo, dal civico 410 al civico 378 ed oltre, per circa 250 mt, non vi sono caditoie di scolo per le acque meteoriche. Può mai questo intervento essere considerato “complementare” su una strada comunale centrale?

Trattandosi, inoltre, di una gara d’appalto con il criterio dell’offerta migliorativa, nessuna altra ditta ha evidenziato il problema proponendone soluzioni? Se sì, perché non è stata scelta?
Non da ultimo dobbiamo constatare l’esagerata larghezza del marciapiede che è servita ad eliminare posti auto e ad incentivare la sosta selvaggia con i mezzi che invadono la carreggiata. Era necessario visto che poi si è corsi a spendere altri 623.000 euro per la realizzazione di un parcheggio adiacente palazzo Barlotti?

5 milioni di euro non sono abbastanza per realizzare circa 5 Km di strada, riqualificata anche negli anni addietro con importi nettamente inferiori?

Esimio Sindaco Alfieri, non le sembra che, invece di aggredire verbalmente il dottore Longo in Consiglio Comunale, debba interrogarsi sullo stato dell’opera pubblica al fine di dare risposte concrete ai cittadini?