Home Cronaca Femminicidio a Battipaglia, Maria Rosa era incinta

Femminicidio a Battipaglia, Maria Rosa era incinta

La tragedia del femminicidio a Battipaglia assume connotati sempre più tragici: la vittima, Maria Rosa Troisi di 37 anni, aspettava un bambino.

Il marito Marco Aiello, reo confesso, l’ha uccisa il 20 settembre con un fendente alla gola. Un solo colpo, fatale, forse al culmine di una lite, forse l’esasperazione dopo mesi di duri e continui alterchi tra due coniugi che di certo non aveva più lo stesso rapporto di un tempo. A distanza di oltre un mese dal fatto, arrivano i risultati degli esami predisposti dopo l’autopsia durante la quale erano risultate delle situazioni riconducibili ad una gravidanza.

Con le analisi e relativi esiti, si può purtroppo affermare che le vite spezzate sono state due, seppur una ancora in uno stato di formazione. Il feto era di circa quattro mesi, quando Maria Rosa Troisi ha perso la vita perché barbaramente uccisa da un marito che forse non accettava i tradimenti della moglie, qualora ci fossero stati, che forse era a conoscenza della gravidanza e credeva che quel bambino fosse il frutto di un adulterio. Ipotesi, certo, nulla di concreto almeno fino a quando le forze dell’ordine che stanno indagando sul caso non ufficializzerano qualcosa.

In ogni caso, i primi elementi della vicenda stanno pian piano emergendo e la notizia dell’avanzato stato di gravidanza della donna aggiunge un elemento importantissimo all’intera vicenda. Potrebbe essere proprio tale scoperta ad aver spinto l’uomo a uccidere, a far scattare un istinto omicida tanto umano quanto disumano. Aiello, con quel fendente, ha reciso due vite: una presente ed una futura.

Se consapevole o meno di ciò, lo diranno le indagini, verrà appurato dagli inquirenti, ma pare che a conoscenza della cosa fossero i fratelli di lei. Nel frattempo, mentre continuano le analisi, da Aiello è stato prelevato un campione di DNA con il quale attestare se il bambino fosse suo. Dettaglio la cui rilevanza può essere giuridica ma che non inficia o può in alcun modo giustificare quanto fatto da un uomo.

L’ennesimo caso di femminidio, in una società ormai alla deriva nella quale la vita umana ha sempre meno valore, ha dunque un nuovo dettaglio che rende il tutto ancor più macabro e triste. Tragico e devastante.