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Provinciali, tutto rimandato al 2025?

Pare che si vada al rinvio al 2025 delle elezioni provinciali. Il motivo è da rintracciare nella volontà del governo centrale di far combaciare alcune scadenze col ritorno al voto.

Lo scacchiere politico è già attivo e le alleanze di Palazzo Chigi, che al momento non accelera sulla riforma del terzo mandato, hanno il proprio importante peso. Un quadro davvero ampio che lascia molti finali aperti, ma quello più concreto al momento si allontana drasticamente dallo scenario paventato che vedeva le province tornare al voto nel giugno prossimo a suffraggio universale con le amministrative e le europee del giorno 9.

Il rinvio di cosa che sembrava certa è dovuto proprio al gioco delle alleanze e a quello che è oramai divenuto il cruccio di molti, in primis del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il già sindaco di Salerno lo vuole da tempo e non lo ha mai nascosto, ma se da una parte può benissimo averlo con una semplice legge regionale, dall’altra è normale che la sua richiesta è quella di una legge nazionale che non porti la sua firma. Legge nazionale, quella del terzo mandato, sulla quale il centrodestra spinge ma per quale invece a sinistra si frena.

Ed è questo il nodo da sciogliere: terzo mandato, riforma delle province e regionali. Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria saranno chiamate alle urne e le allenze giocheranno ruoli fondamentali. Più importantile succesive con Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Veneto. Nelle regione del nord est, Zaia è già al terzo mandato, mentre in quel di Genova Toti potrebe esserne a caccia.

Ed eccolo, dunque, il perno delle alleanze dei palazzi romani: la riforma post Delrio nel 2025 per il terzo mandato. In tutto questo, dunque, è evidente che per il presidente dell’ente salernitano Franco Alfieri, si allungano i tempi di permanenza a Palazzo Sant’Agostino.