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Salerno, sciopero degli operatori della riabilitazione

Asl Salerno: al via vaccini agli ultraottantenni

Domani si terrà una riunione di tutti i delegati CISL e UIL del settore della riabilitazione della provincia di Salerno. All’ordine del giorno la preparazione di uno sciopero per chiedere alla ASL di Salerno di interrompere quello che viene definito un “attacco alla riabilitazione e lo smantellamento di un settore fondamentale del servizio sanitario”.

La tesi è che proprio in un territorio come quello di Salerno, dove la riabilitazione rappresenta un’eccellenza, la ASL sia “contro la riabilitazione e la stia demolendo, mentre la riabilitazione è sempre più fondamentale sia in termini di prevenzione che di mantenimento delle abilità dei malati” sostengono i sindacalisti. Tra i punti principali che sono alla base dello sciopero ce ne sono tre su cui i sindacati pongono l’accento con più forza.

Il primo è la trasformazione di centri di riabilitazione qualificati in RSA.
Il secondo punto è il caos sul personale. “Dopo vent’anni – dicono i sindacalisti – all’improvviso e d’imperio vengono cambiate le regole, senza alcun confronto con le parti sociali, senza alcuna doverosa informazione, trattando tutti come sudditi di un regime autoritario. Fino a poche settimane fa il personale era indicato e approvato dall’ASL con criteri che hanno determinato le capacità operative di ogni centro, ora invece contraddicendo anche le normative, si cambia tutto e si vorrebbero fare le verifiche annuali con tutt’altri criteri; la conseguenza è che si dovrebbero licenziare figure indispensabili anche appena assunte su indicazione della Asl, e assumere personale che non serve”. Il terzo punto particolarmente grave riguarda gli educatori.

“La ASL ci dice che gli educatori per poter lavorare dovrebbero essere iscritti all’albo degli educatori sanitari -affermano i sindacalisti – questa è un’assurdità per mille ragioni. Basandosi su una interpretazione sbagliata di una norma che mette in moto un meccanismo perverso che condannerebbe gli educatori alla disoccupazione permanente”.